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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

L' ASSOCIAZIONE "PROGRESSO" AUGURA BUONA PASQUA!!!

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SPIGOLATURE DI ARCHEOLOGIA SU PIANA...

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                                                     di Angela D'Agostino Più volte ho evidenziato la frequentazione del territorio pianese nell’antichità e ci sono alcuni ritrovamenti nelle zone più periferiche che confermano tutto ciò. Nel   Novembre 1986 fu scavata in via Cornieri, in proprietà Cammarota, all’interno del centro abitato di Piana di Monte Verna, nella zona che si presenta come una terrazza a ridosso del Monte santa Croce, una tomba alla cappuccina. La tomba   aveva al suo interno lo scheletro dell’inumato in posizione supina (probabilmente era una donna), ma non vi era corredo vascolare, solo un piatto dietro la testa. La sepoltura   era di epoca altomedievale o romana.

PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERO'. NEL DICIANNOVESIMO ANNIVERSARIO DELL’ASSASSINIO DI DON GIUSEPPE DIANA. PER NON DIMENTICARE…

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Il 19 marzo del 1994, nella Chiesa “San Nicola di Bari” a Casal di Principe, veniva assassinato   Don Giuseppe Diana.   Erano le 7.30 del mattino e Don Peppino si accingeva a celebrare la Santa Messa, quando un Killer entrò nella sagrestia e lo colpì con diversi colpi, uccidendolo all’istante. L’omicido, di chiaro stampo camorristico, suscitò grande sgomento in tutta Italia. Ricordare Don Giuseppe Diana significa testimoniare ogni giorno il suo   messaggio d’impegno civile, di lotta alla criminalità organizzata, di costruzione della giustizia sociale nelle comunità locali, di amore verso la propria terra. « PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERO' », questo il titolo di un documento che, nel Natale del 1991, don Peppino Diana   volle diffondere in tutte le Chiese appartenenti alla forania di Casal di Principe.

LA TRADIZIONE CONTADINA.

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  di Angela D'Agostino L’edilizia rurale è considerata troppo spesso un patrimonio minore: in realtà è una testimonianza preziosa della cultura materiale di un luogo. Le masserie non sono soggette ad alcun tipo di tutela, sono spesso lasciate al degrado o sono soggette ad interventi che ne snaturano l’essenza. Queste opere sono il frutto di tanti singoli contadini   che utilizzavano il materiale locale, per lo più pietra e tufo grigio campano. Le masserie si sviluppano su due livelli. Il piano inferiore, adibito in parte al ricovero degli animali, e in  parte  della   vita domestica; quello superiore in cui sono situate le camere da letto. Nella parte superiore dell’edificio spesso troviamo una piccionaia. La copertura è a due o quattro falde: la struttura è in legno e il manto in coppi di terracotta. I porticati e i loggiati delle masserie sono in tufo e in pietra. Piana conserva   anche dei piccoli borghi racchiusi in uno spazio delimitato da case perimetrali. A parte

17 MARZO - GIORNATA DELL'UNITA’ NAZIONALE, DELLA COSTITUZIONE, DELL'INNO E DELLA BANDIERA.

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L'8 novembre 2012 il Senato della Repubblica ha approvato in maniera definitiva l'istituzione della "Giornata nazionale dell'Unità, della Costituzione, dell'inno e della bandiera" a cadenza annuale. Pur rimanendo un giorno lavorativo, il 17 marzo viene considerato come " giornata promuovente i valori legati all'identità nazionale". In questa data si rende onore alla bandiera italiana, per ribadire fedeltà ai principi fondamentali della Repubblica, per riaffermare l'unità dello Stato ,  la collaborazione tra le istituzioni e l'attenzione verso i cittadini. "La Repubblica riconosce il giorno 17 marzo, data della  proclamazione in Torino, nell'anno 1861, dell'Unità d'Italia, quale "Giornata  dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera", allo scopo di ricordare e promuovere, nell'ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva c

LA CHIESA DI S.ANGIOLILLO

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                                                                            d i Angela D'Agostino Sembra che questa chiesa che si trova nel centro storico di Piana ed è addossata alla parete rocciosa del Monte Verna, sia di origine longobarda. Questa cappellina, fino alla prima metà del 600, fu una delle chiese parrocchiali di Piana, insieme a quella di Sant’Andrea ora distrutta. In una pergamena dell’Archivio Capitolare del 1805 si parla di Piana come una terra sita nella Piana di Caiazzo non molto lontana dalla chiesetta comunemente chiamata S. Angiolillo. Essa è ricordata inoltre in un documento del 1282 e precisamente un atto pubblico con cui Giovanni Glignette, nobile cavaliere e familiare di Carlo D’Angiò e poi signore di Caiazzo, dona alla mensa Vescovile “quaedam stabili bona..in loco Sancti Angeli alla Piana dicto…ad salutem animae suae patrisque sui Guillelmi”. Questo documento è menzionato dall’Ughelli in “Italia sacra” vol.6 pg 447 e il Melchiori in Descritione

Immaginiamo..immaginiamo come poteva essere Piana in passato.

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di Angela D'Agostino                                                                                        Piana, probabilmente era la campagna   di Caiatia, cittadina osca distrutta da Silla, incorporata a Capua e poi municipio, che sotto l’impero rifiorisce a nuova vita e vanta il foro di Mario Gavio, teatro anfiteatro e acquedotto. E anche Piana,ci sono tracce di acquedotti: giù per San Vittore verso Cesarano   e al Frumale. Gli acquedotti romani garantivano acqua fresca e pulita per i cittadini e portavano l’acqua delle sorgenti ai centri abitati grazie a qualche metro di pendenza ogni chilometro. Le arcate sostenevano alla sommità un condotto   coperto di stagno, che difendeva le acque da inquinamenti e furti. Passavano Navi sul Volturno e con esse arrivavano genti diverse,ceramiche, prodotti vari…forse proprio per la vicinanza con il Volturno la popolazione di Piana era multietnica: sanniti, etruschi, romani. Pare che verso il Capitolo ci fosse un mercato di schiavi. Su

Uno spettacolo da non perdere! La compagnia teatrale “Amici disponibili – Concetta Di Monaco” di Piana di Monte Verna rappresenta “Dice che…”

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di Lorenzo Santabarbara  Il 9 ed il 10 Marzo, alle ore 20,30, nella sala multifunzionale di Piana di Monte Verna, sita in Piazza XXI Maggio 1860, la compagnia teatrale “Amici disponibili – Concetta Di Monaco” di Piana di Monte Verna rappresenterà “Dice che…”, una commedia “multimediale” con cui si mette in scena il testo, tratto dal racconto “Il sorriso di Lucia” di Giuseppe Malinconico. Una sorta di ballata popolare, ambientata in un borgo rurale del Sud nel passaggio dalla monarchia borbonica ai Savoia, tra l’impresa di Garibaldi e la repressione del brigantaggio, che racconta la storia di Lucia (Carmen Cioffi), giovane donna che tenta di emanciparsi dalla condizione di emarginazione cui la costringe la società patriarcale del tempo, fuggendo di casa e partecipando, insieme ad Antonio, (interpretato da Simone Polisano) alle fervide illusioni e alle amare delusioni che caratterizzarono le azioni e i sentimenti del popolo meridionale negli anni dal 1860 al 1864.  La regia è affidata

Piana di Monte Verna - Piccola storia della “Real Fagianeria di Sarzano”

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di Angela D'Agostino L’area tifatina, già dall’antichità, come attesta la Tavola Peutigeriana (IV sec. D.C.), era una regione omogenea, caratterizzata   da insediamenti religiosi legati al culto della Dea Diana, divinità alla quale erano dedicati boschi che ricoprivano le pendici collinari. Nel medio Evo i templi furono sostituiti dalle abbazie di S.Angelo in Formis e di S. Pietro ad Montes e si moltiplicarono i nuclei urbani pedemontani aventi chiese parrocchiali. Probabilmente una strada pedemontana collegava i siti collinari fino a Casa Hirta. Inoltre, vie secondarie collegavano Morrone e la scafa di Limatola sul Volturno e con la scafa di Caiazzo, passando per il vallone Civicorno, del Marmorella e del Tifata. Questa era una via veloce che conduceva alla piana sottostante Caiazzo e quindi alle valli telesina e alifana.

La profanazione della piccola Chiesa di Santa Maria del Suffragio. Un volgare insulto al sentimento religioso del popolo pianese.

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Soldati Americani presso "La Fagianeria" La sera del 6 ottobre 1943, alcuni soldati tedeschi, avendo fatto razzia di materiale sacro   e di abiti sacerdotali presso l’abitazione del Sac. Giuseppe De Francesco, inscenarono una processione di scherno a Cristo per le vie del nostro paese. I militari sacrileghi   giunsero    ben presto presso il piccolo Oratorio di S. MARIA DEL SUFFRAGIO,   e dopo aver aperto il portone d’ingresso e rubato poco più di cento lire dalla cassetta delle offerte,   osarono mettere le mani sul “Sancta Sanctorum” , forzando la porticina dorata del Ciborio e gettando sull’altare il Calice e la Pisside.   Tali avvenimenti, naturalmente, suscitarono lo sdegno della piccola comunità, da sempre devota a questa Chiesetta del ‘700,   la cui cura era affidata esclusivamente alle offerte dei fedeli.   Il volgare insulto al sentimento religioso di un Popolo intimamente legato alla fede dei propri avi non poteva passare completamente inosservato. Pertanto,