LA TRADIZIONE CONTADINA.

  di Angela D'Agostino
L’edilizia rurale è considerata troppo spesso un patrimonio minore: in realtà è una testimonianza preziosa della cultura materiale di un luogo. Le masserie non sono soggette ad alcun tipo di tutela, sono spesso lasciate al degrado o sono soggette ad interventi che ne snaturano l’essenza.
Queste opere sono il frutto di tanti singoli contadini  che utilizzavano il materiale locale, per lo più pietra e tufo grigio campano. Le masserie si sviluppano su due livelli. Il piano inferiore, adibito in parte al ricovero degli animali, e in  parte  della   vita domestica; quello superiore in cui sono situate le camere da letto. Nella parte superiore dell’edificio spesso troviamo una piccionaia. La copertura è a due o quattro falde: la struttura è in legno e il manto in coppi di terracotta.

I porticati e i loggiati delle masserie sono in tufo e in pietra. Piana conserva  anche dei piccoli borghi racchiusi in uno spazio delimitato da case perimetrali. A parte la strada principale di accesso vi era una seconda via d’uscita utilizzata  per la fuga durante le incursioni esterne. All’interno, troviamo un cortile su cui si affacciano diversi locali: quelli al primo piano, tramite una scala esterna, erano destinati all’abitazione delle persone, mentre quelli al piano terra al bestiame. Nel cortile vi era sempre un pozzo più raramente un forno, un bene riservato alle famiglie più agiate.

Caratteristica di Piana sono le case retrostanti la Chiesa di Sant’Angiolillo sulla gradinata addossata alla montagna. Si tratta di un altro tentativo di forgiare l’ambiente per una condizione di vita migliore (vico montagna), si tratta di case che sono quasi  un tutt’uno con la montagna.
L’abitazione contadina agli inizi del 900 è in genere composta da due grossi vani: cucina e camera da letto illuminati con candela di cera e poi a petrolio. Nella camera da letto si trovava il letto formato da due cavalletti di ferro su cui poggiavano delle assi di legno e su di queste un saccone ovvero un grosso sacco di tela grezza riempito  di spoglie di granturco che fungeva da materasso. Sotto il letto si conservavano fagioli, fichi secchi, patate e il rinale… Antistante l’abitazione c’era il cortile quasi sempre in comune, dove si trovavano il forno, il pozzo con lavatoio adiacente e una specie di bagno. Da un lato c’era la stalla in cui  erano custoditi gli attrezzi agricoli e gli animali posseduti. Non mancava mai il cane, il quale era sempre legato dietro il carretto quando si andava in campagna.

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