Il ritorno dall’oblio delle vittime civili pianesi della seconda guerra mondiale

(Panzer tedesco posizionato a Fagianeria)
di Nunzia Cecere

Dieci vite liberate dall’oblio; dieci nomi nuovamente pronunciati; dieci storie finalmente narrate.
Non saprei spiegare il motivo di tale “perdita di memoria”, tanto più per degli eventi tragici accaduti nel nostro piccolo paese. La causa forse è da ricercare in una non definita politica postbellica, o forse si voleva solo voltar pagina…ma quella pagina non è stata mai girata dal Prof. Sac. De Francesco, dalla signora Lucia, dalla Sig.ra Maria Esposito, dal signor Pietro Di Monaco, dal Prof. Antonio Buonomo. Testimonianze, scritte ed orali, che hanno permesso a queste vittime di “rivivere”.
L’illogicità della guerra porta morte anche al di fuori dei campi di battaglia ed ha trasformato, molte, troppe volte,  anche i nostri alleati, in assassini, a volte consapevoli, altre volte ignari. Alla bruttura del comportamento dell’esercito tedesco, si aggiungevano anche errori di valutazione grossolani da parte dei piloti americani,  che equivalevano comunque a perdite di vite umane (vedi bombardamento di Caiazzo il 27 gennaio 1944, scambiato per Monte Cassino). L’irrazionalità della guerra ha portato al lancio di bombe su case, campanili e piazze, colpendo uomini seduti a chiacchierare, bimbi  a giocare, madri indaffarate. Lanci di bombe dall’alto per luci accese, per una camionetta imboscata….
Questa illogicità ha colpito anche il nostro paesino: appena due giorni dopo il terribile avvertimento dei tedeschi al popolo pianese, durante la processione della Vergine, l’8 settembre 1943, Piana faceva i conti con i primi bombardamenti, ma per mano americana. La prima strage si ebbe tra il 10 e 11 settembre 1943,  in località ”Centimolo” presso una modesta casa ove,  la numerosa famiglia del Signor Esposito Gennaro, sfollata da Napoli, trovò riparo. La figlia superstite, Sig. ra Maria, racconta con estrema lucidità, la tragedia che spezzò per sempre la vita del padre Gennaro, della madre De Simone Cristina e del piccolo fratello Raffaele di anni 8.
La testimonianza ci è nota grazie all’amico Prof. Giustino Castellano che, qualche tempo fa, ha riportato il racconto della Sig.ra Maria..leggendo tale memoria sembra di ricevere una pugnalata….
Questo primo massacro viene ricordato anche dal De Francesco e dal Prof. Antonio Buonomo. Quest’ultimo, nel 1945, era un ragazzino  “sfollato” anche lui da Napoli; nel suo bellissimo libro/memoriale “Dichiarazioni  d’amore e di guerra” dedica ben 4 capitoli alla sua permanenza a Piana durante la guerra, facendo luce su di uno spaccato inedito di vita pianese con persone, fatti, luoghi. La sua curiosità di ragazzino lo spinse proprio al Centimolo; entrando vide i tre corpi riversi a terra, in una scena apocalittica che non avrebbe più dimenticato.
Il 29 settembre le “bombe amiche” caddero in località Capitolo, precisamente su di una “cantina” gestita dal signor Lorenzo Anziano ( oggi in questo posto si erge la casa della famiglia Mandato).
Il signor Lorenzo trascorreva, ignaro, i suoi ultimi istanti di vita, seduto sul pozzo del cortile….. improvvisamente, una camionetta con due tedeschi a bordo, girò nel viale per potersi nascondere dietro ad un fienile. Sopraggiunse però un aereo americano che sganciò una bomba, colpendo in pieno la cantina. Del signor Lorenzo (anni 62) non furono trovati neanche i capelli( così ripeteva tristemente mia nonna Lucia); il cantiniere non fu l’unica vittima..sotto le macerie perirono la moglie, Santoro Elisabetta, di anni 52  e le due figlie: Concetta e Antonetta di 25 e 32 anni. Miracolosamente si salvò il signor Mone Rocco ma non sopravvissero né la giovane moglie Giovanna Esposito,  né le sue due bambine:Teresa e Giuseppina di 6 e 7 anni. Il signor Pietro di Monaco, all’epoca  ragazzino, racconta che con  suo fratello Cesare,  dall’altezza di via Cipulli,  vide il lancio della bomba e a seguire il triste boato. Con il cuore in gola arrivarono alla cantina, trovando i corpi delle vittime, pietosamente coperti da lenzuola.
La causa del decesso e la condizione di “sfollati” sono confermati dagli atti di morte dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Piana di Monte Verna.
Spulciando alcuni documenti, son potuta risalire ai “responsabili” di quest’ultima carneficina: 12 ath AF XII BC B-25’ S E 26’S ossia Aereonautica Militare americana , 12° comando  bombardiere. Precisamente l’aereo bombardiere  North American Mitchell ed il Martin Marauder bimotore. La bomba sganciata il 29 settembre  in via Capitolo, era un modello 500 1b per 43 tonnellate.
Un documento dell’Aereonautica statunitense,  reso pubblico qualche tempo fa, menziona altri due bombardamenti  in territorio pianese, senza nuocere  vittime fortunatamente: il 25 settembre, 1943 tramite un b-26 ed il 30 settembre 1943, tramite il b-25.
Piana, nelle azioni concitate di liberazione da parte degli alleati, perdeva 10 vite nella propria terra.
In occasione della cerimonia di inaugurazione del restaurato monumento ai caduti , il 22 giugno 2019, i nomi di queste vittime sono risuonate tra le gente, tra giovani, anziani commossi e bambini. Ad ogni parente  in vita, una pergamena che ricorda il loro sacrificio; della famiglia Anziano, si son perse le tracce del figlio Alfredo che, rientrato dai mari della Cina(risultava disperso negli anni ’40), non trovò traccia della sua famiglia, annientata dalle bombe alleate.  Decise  così di emigrare verso gli Stati Uniti, facendo perdere così le sue tracce. Le pergamene della sfortunata famiglia sono state ritirate dal giovane Salvatore : egli abita proprio dove sorgeva l’abitazione e cantina degli Anziano e convive, quotidianamente,  con il ricordo di quelle vite distrutte.
Il ricordo di questi poveretti continua  proprio con i giovani come Salvatore.
A queste tristi vite, se ne aggiungono altre due: quella del giovane Umberto Marruccelli e di suo padre. Umberto si trovava in licenza nel settembre del 1943, ed accompagnò suo padre, commerciante di piatti, ad un mercato. Sulla strada del ritorno e precisamente sul ponte Annibale, furono colpiti in pieno da una bomba. Il giovane è inserito tra i caduti in guerra commemorati nel quadro ligneo del Comune.
   Ai pericoli che arrivavano da cielo, i pianesi dovevano guardarsi anche dai pericoli  in  terra . I tedeschi infatti, dopo il proclama di Badoglio, cambiarono profondamente atteggiamento, compiendo scempi di ogni tipo: stupri, profanazioni di chiese e razzie di animali che, per i pianesi equivaleva a morir di  fame. Tramite il Sac. Prof DeFrancesco ci è nota la strage di animali presso una famiglia pianese, con il solo scopo di privare quei poveri contadini dell’unico sostentamento.
Tra Piana e circondario i tedeschi requisirono 5000 capi di bestiame; dalla Cirio i nazisti saccheggiarono grano, formaggio e 700 bovini. Tra questi animali c’era “Atlante” , un toro usato per la riproduzione….questo povero animale fu abbattuto da raffiche di mitra. Gli operai della Fagianeria furono costretti a lasciare le loro case che, a loro volta, furono occupate dai nazisti. I bovini sottratti  venivano macellati  e le carni  distribuite ai reparti impegnati nella difesa della valle.  

I pianesi ,dunque, si ritrovarono a dover fare i conti con tali eventi tragici e solo la fuga verso le grotte degli Attoli consentì di risparmiare la vita a parecchi concittadini, soprattutto uomini.
Dopo la resa dei tedeschi e l’avanzata delle truppe alleate verso Cassino, a Piana  ed esattamente a Fagianeria, fu allestito, da parte degli Americani, il secondo grande centro di accoglienza dei militi  e smistamento truppe nel sud Italia : migliaia di soldati, tra il 1943 e 1945 transitarono per la Fagianeria nel“il Repple Depple” ( Replacement Depot), con numerose conseguenze sulla popolazione pianese.   In numerosi memoriali, i veterani , parlano della nostra pianura…ma questa è un’altra lunga e curiosa storia da raccontare.

-        Buonomo Antonio, “ Dichiarazioni d’amore e di guerra”, Edizioni Simeoli

-        Air Force Confidential report, 11 dicembre 1943
-        De Francesco G., “Al passar dell’uragano”;
-        LaFirenze Giovanni, “Bibliografia di una bomba”, www.bibliografiadiunabomba.ancvg.it
-        Valeriani Franco, Bellona 7 ottobre 1943, Piccola Editalia
-        Di Monaco Pietro, Esposito Maria, Mastroianni Lucia, Cecere Aldo: testimonianze orali

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