MORTO ERICH PRIEBKE. AVEVA COMPIUTO 100 ANNI IL 29 LUGLIO SCORSO.
“Di fronte alla morte di Priebke non si piange e non si ride perché in
nessuno dei due casi le vittime potrebbero tornare indietro, in vita. Resta
l’amarezza per una figura che non si è mai pentita di ciò che ha compiuto e si
è sporcata le mani di sangue come tutte le truppe naziste. Ora le sue vittime
sono ad attenderlo lassù in cielo, nella speranza che ci sia giustizia divina” -
così ha commentato la notizia il Presidente della Comunità ebraica di Roma.
Erich Priebke era stato condannato all’ergastolo per aver
partecipato sia alla pianificazione, sia alla realizzazione dell’eccidio delle
Fosse Ardeatine , durante il quale, il 24
marzo del 1944, vennero fucilati 335 civili italiani
a Roma come rappresaglia per un attacco partigiano che aveva provocato la morte
di 33 militari
tedeschi. Priebke, dopo una lunga latitanza in Argentina, fu
fermato nel 1994 da una troupe della televisione americana Abc, che gli chiese se
fosse proprio lui l’ex capitano delle Ss. L’ex nazista fu quindi arrestato ed estradato
in Italia nel 1995 e imputato di concorso in violenza con omicidio continuato
in danno di cittadini italiani.
Il Tribunale militare ordinò la scarcerazione
dichiarando il “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta
prescrizione”. La Corte di Cassazione annullò però la sentenza e dispose un nuovo processo a
suo carico. Nel marzo 1998, la Corte d’appello militare lo condannò all’ergastolo. A causa
dell’età avanzata, però, l’ex Ss ottenne gli arresti domiciliari. In occasione dei suoi 100 anni, compiuti il 29 luglio scorso, Priebke aveva
rilasciato un’intervista-testamento che sarebbe stata resa nota appunto solo il
giorno della morte. Nel testo, il boia delle Ardeatine non rinnega il suo
passato: “Ho scelto di essere me stesso” e alla domanda se si senta
ancora nazista risponde: “La fedeltà al proprio passato è qualche cosa che ha a
che fare con le nostre convinzioni. Si tratta del mio modo di vedere il mondo,
i miei ideali, quello che per noi tedeschi fu la Weltanschauung ed ancora ha a
che fare con il senso dell’amor proprio e dell’onore. La politica è un’altra
questione. Il Nazionalsocialismo è scomparso con la sconfitta e oggi non avrebbe
comunque nessuna possibilità di tornare”.
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