13 OTTOBRE 1943 – I PRIMI REPARTI AMERICANI ENTRANO IN PAESE…



Nell’ottobre del 1943 il fiume Volturno divenne decisivo per la realizzazione del piano difensivo tedesco che prevedeva la costruzione di una linea difensiva (linea Gustav) per ritardare l’avanzata dell’esercito alleato verso nord. Kesselring organizzò una dura resistenza lungo il fiume Volturno che divenne un vero e proprio ostacolo naturale, in quanto le lunghe piogge creavano periodi di piena, rendendo il terreno circostante impraticabile. Vi furono aspri combattimenti tra le truppe anglo-americane e i tedeschi che si erano schierati lungo la riva settentrionale del fiume, con l’intento di difendere la linea difensiva. L’attacco della Quinta Armata contro le linee del Volturno iniziò la notte del 12 ottobre e, dopo duri combattimenti, gli Alleati riuscirono a superare il fiume . E INTANTO A PIANA DI CAIAZZO...


L’attesa degli eserciti liberatori diventava di giorno in giorno sempre più febbrile, a mano a mano che nuovi disastri si delineavano nei dintorni; che notizie disparate e sconfortanti giungevano da paesi vicini e lontani; che nuovi incendi divampavano fra le tenebre paurose di quelle lunghe notti autunnali. Qualcuno cominciava anche a dubitare sul felice esito dell’avanzata Anglo-Americana; e, questo dubbio angoscioso, accresciuto dai soliti commenti di chi credeva di saperne più degli altri, gettava in ogni cuore il più desolante senso di sgomento.

La sera del 12 ottobre, però, la speranza ormai sopita, ricominciò a risvegliarsi. Verso le 22.00, infatti, ai consueti colpi di cannone a cui non si faceva più caso, si sostituì un terribile duello di artiglieria che, con ritmo sempre crescente, si protrasse per tutta la notte, fino alle cinque del mattino seguente.

Verso le cinque del mattino seguente, quando già l’alba cominciava ad imbiancare l’orizzonte, il rombo del cannone, dopo sette ore precise, cominciò a diradarsi fino a cessare del tutto prima delle otto. Un sospiro di sollievo si levò da ogni petto. Era dunque terminato il tragico duello notturno: ma con quale esito? Era quello che ognuno si chiedeva con ansia angosciosa.
I primi esploratori che tornarono dalla vetta del Monte Verna recarono notizie davvero confortanti; affermavano di aver visto dei mezzi anfibi oltrepassare il fiume ed avanzare velocemente attraverso i campi in direzione di Piana di Caiazzo.
Alle tre del pomeriggio, i primi reparti americani entrarono in paese non col passo cadenzato e spavaldo dei conquistatori, ma col sorriso bonario di chi sa di compiere un’opera altamente meritoria e civile. Si apprese pure e con piena soddisfazione di tutti che i pochi rimasti in paese avevano tributato ai valorosi liberatori un’accoglienza veramente affettuosa, quasi trionfale, offrendo ad essi, non solo fiori, simbolo imperituro della loro riconoscenza, ma anche viveri e vino, sapendoli stanchi ed affamati a causa della lunga e faticosa marcia.

E dei Tedeschi rimasti in paese, cosa era successo?
Sorpresi alla sprovvista, mentre si preparavano a minare le principali case del paese, non restava ad essi che alzare le mani e darsi prigionieri, senza opporre la minima resistenza. Uno solo, il più terribile, quello che per più giorni aveva terrorizzato il paese ed a cui qualcuno aveva dato l’appellativo di “fra diavolo”, aveva preferito darsi la morte; infatti, giaceva per terra lungo una via campestre col volto orribilmente sfracellato.

 IL BOMBARDAMENTO DI ALIFE. Il 13 ottobre 1943 una squadriglia B26 delle forze aeree americane, per ritardare la ritirata tedesca, decise di radere al suolo Alife. L’iniziativa si rivelò del tutto inutile, in quanto i tedeschi riuscirono ad aggirare la città, ripiegando verso le altre linee difensive. La distruzione di Alife fu un terribile errore - a dreadful mistake – frutto di una missione stabilita all’ultimo momento, nel gergo militare una «hurry up mission», di un ordine improvviso al quale mai nessuno avrebbe potuto porre un veto.


*Nel video, regolarmente acquistato da un socio fondatore della nostra Associazione, è possibile avere un'idea di ciò che accadde realmente in quei tragici giorni nelle nostre zone. In particolare, viene riproposto il bombardamento di Alife e, nell'ultima parte del filmato, il combattimento sul fiume Volturno, in prossimità degli stabilimenti della Cirio in Piana di Monte Verna.
Fonti: "La strage dimenticata di Caiazzo" di Antimo Della Valle
          "Al passar dell'uragano... tristi ricordi" di Giuseppe De Francesco     
          "Alife una città dimezzata” di Giuseppe Angelone

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