FESTA DEL LAVORO. DAI MARTIRI DI CHICAGO AL CONCERTO DI ROMA.
"L'Italia è una Repubblica democratica fondata
sul lavoro". Così si apre la Costituzione Italiana. I padri costituenti
avevano le idee ben chiare: al primo posto la Repubblica e al secondo il
lavoro.
L’art. 4 della nostra Costituzione
riprende quello che l’art 1 sancisce come uno dei principi fondanti
della Repubblica, assegnando al lavoro
il duplice ruolo di diritto e dovere. Purtroppo, nel solo 2013 sono stati bruciati 250
mila posti di lavoro, a marzo 70 mila donne sono rimaste a casa e la
disoccupazione giovanile è balzata al 38,5%. «Abbiamo il dovere politico e morale di
concentrarci su questo problema», queste le parole del Presidente Giorgio Napolitano, mentre il
Governo Letta si prepara ad affrontare e
cercare di risolvere le tante questioni
causate da una delle più grandi crisi
congiunturali che l’umanità ricordi. Allora, celebrare il primo maggio in un
simile contesto ha ancora senso? Per molti italiani oggi si festeggia il lavoro
che non c’è… Ma andiamo per gradi e ripercorriamo le origini di questa festa,
dai martiri di Chicago al concerto di Roma.
in Italia la festa dei lavoratori si
tiene il primo maggio dal 1891: fu soppressa dal fascismo e fu ripristinata nel
1945. Dal 1991 è diventata a tutti gli effetti "una
festa", con vari eventi e modi per celebrarla.
Uno fra questi, che "alleggerisce" in parte il significato serio e
talora drammatico della ricorrenza, è il consueto concerto organizzato a Roma dalle tre
organizzazioni sindacali italiane.
La festa del lavoro o dei
lavoratori ricorre il primo maggio non solo in Italia ma in moltissimi paesi
del mondo. È fissata in questo giorno soprattutto per via di quello che accadde
nel 1886 negli Stati Uniti in questo periodo dell’anno: la polizia sparò sui
lavoratori in sciopero a Chicago e uccise due persone. I lavoratori scioperavano
per il mancato rispetto della legge che istituiva il tetto delle otto ore
lavorative al giorno. Nei giorni successivi ulteriori manifestazioni furono
represse dalla polizia e culminarono nella manifestazione di Haymarket, la
piazza del mercato delle macchine agricole, durante la quale morirono altre
persone – manifestanti e agenti – a causa di un attentato esplosivo. I
responsabili dell’organizzazione della manifestazione del primo maggio furono
arrestati e processati, sette di loro furono condannati a morte – con prove
molto traballanti, per non dire inesistenti. Due condanne furono trasformate in
ergastoli dal governatore dell’Illinois. Un condannato a morte si uccise in
prigione il giorno prima dell’esecuzione. Altri quattro furono uccisi, e
secondo le cronache dell’epoca cantarono la Marsigliese prima di morire. Nel
1890 la Seconda internazionale socialista decise di promuovere in tutto il
mondo la festa dei lavoratori, il primo maggio.
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