LA FAGIANERIA IN UN QUADRO DI FABRIS.
di Angela D'Agostino
Con l’età borbonica il Medio Volturno ebbe un periodo di sensibile ripresa economica e culturale.
Con il re Carlo III si iniziò la costruzione della nuova Reggia a Caserta, per un uso più razionale del territorio e una migliore distribuzione della popolazione che da secoli si concentrava soprattutto a Napoli. I Borbone,inoltre, prestarono grande attenzione del territorio del Medio Volturno attraverso la realizzazione di reali cacce collegate fra loro e facilmente raggiungibili da Caserta attraverso il miglioramento della rete viaria. A tal proposito si riporta una nota tratta dal Libro dei Battezzati di Piana di Monte Verna:"Oggi 31 gennaio 1753 è passato re Carlo Borbone, che Iddio guardi, e la città di Caiazzo alla caccia della Spinosa, ed ha mostrato non piccolo gradimento della strada maestosa, che si è fatta dalla Scafa di Cesarano fino a detto bosco della Spinosa, con la fatica di cinque mesi di questa povera gente della Piana, Caiazza e S. Giovanni e Paolo, quale strada si è valutata ducati cinquemila" (cit.d.Giulio Antonio Santabarbara).
Tra le riserve del Medio Volturno, le più frequentate furono le “reali fagianerie”, con una elegante palazzina vanvitelliana, a Piana di Monte Verna; la “reale caccia di Monte Grande”, a ridosso del Monte Maggiore, nei territori di Caiazzo, Castel di Sasso e Piana di Monte Verna; la “reale caccia della Spinosa”, che si estendeva nei territori di Alvignano e Ruviano; la “reale caccia di Selvanova”, nei territori di Caiazzo e Castel Campagnano. Anche la realizzazione a San Leucio dell’ambizioso progetto di una colonia di lavoro dedita alla lavorazione della seta influì sul paesaggio e sull’economia del Medio Volturno. I contadini della zona allevavano bachi da seta e coltivavano alberi di gelso per la loro alimentazione. La Fagianeria, a Piana di Monte Verna deve il suo nome all’allevamento di fagiani che vi si praticava facendo arrivare gli allevatori dall’Ungheria e ciò che vi rimane a memoria è la cosiddetta Palazzina Borbonica, che fu progettata dal Vanvitelli su commissione di re Carlo di Borbone.
La Fagianeria nel dipinto di Pietro Fabris |
Con l’età borbonica il Medio Volturno ebbe un periodo di sensibile ripresa economica e culturale.
Con il re Carlo III si iniziò la costruzione della nuova Reggia a Caserta, per un uso più razionale del territorio e una migliore distribuzione della popolazione che da secoli si concentrava soprattutto a Napoli. I Borbone,inoltre, prestarono grande attenzione del territorio del Medio Volturno attraverso la realizzazione di reali cacce collegate fra loro e facilmente raggiungibili da Caserta attraverso il miglioramento della rete viaria. A tal proposito si riporta una nota tratta dal Libro dei Battezzati di Piana di Monte Verna:"Oggi 31 gennaio 1753 è passato re Carlo Borbone, che Iddio guardi, e la città di Caiazzo alla caccia della Spinosa, ed ha mostrato non piccolo gradimento della strada maestosa, che si è fatta dalla Scafa di Cesarano fino a detto bosco della Spinosa, con la fatica di cinque mesi di questa povera gente della Piana, Caiazza e S. Giovanni e Paolo, quale strada si è valutata ducati cinquemila" (cit.d.Giulio Antonio Santabarbara).
Tra le riserve del Medio Volturno, le più frequentate furono le “reali fagianerie”, con una elegante palazzina vanvitelliana, a Piana di Monte Verna; la “reale caccia di Monte Grande”, a ridosso del Monte Maggiore, nei territori di Caiazzo, Castel di Sasso e Piana di Monte Verna; la “reale caccia della Spinosa”, che si estendeva nei territori di Alvignano e Ruviano; la “reale caccia di Selvanova”, nei territori di Caiazzo e Castel Campagnano. Anche la realizzazione a San Leucio dell’ambizioso progetto di una colonia di lavoro dedita alla lavorazione della seta influì sul paesaggio e sull’economia del Medio Volturno. I contadini della zona allevavano bachi da seta e coltivavano alberi di gelso per la loro alimentazione. La Fagianeria, a Piana di Monte Verna deve il suo nome all’allevamento di fagiani che vi si praticava facendo arrivare gli allevatori dall’Ungheria e ciò che vi rimane a memoria è la cosiddetta Palazzina Borbonica, che fu progettata dal Vanvitelli su commissione di re Carlo di Borbone.