Una suggestiva ipotesi


 di Angela D'Agostino

Sicuramente il monumento più importante di Piana è la Chiesa di Santa Maria a Marciano, piccolo gioiello di architettura gotica interamente affrescata all’interno.
Vicino al cimitero, la chiesa si trova in una prosecuzione ideale e contingente della via Dianae, dalla chiesa di Sant’Angelo in Formis verso Caiazzo. Tra le varie pitture, poste all’interno, c’è la raffigurazione di una Santa con la corona angioina in prossimità dell’altare: Santa Marena. Un nome che non è usuale, un nome di cui non si ha memoria se non nel toponimo di un luogo a Piana: Marano. Eppure Marena è tutt’oggi un derivato  di Maddalena. Considerando alcuni dati e cioè che a Caiazzo è da tempo antico che si effettua la fiera della Maddalena, che la leggenda parla della fondazione della chiesa di Santa Maria a Marciano da parte di un pio soldato francese, che la Chiesa ospitò papa Urbano in occasione della prima Crociata, ho ipotizzato che Marena sia in realtà Santa Maddalena. Nonostante che non vi siano dubbi sull'esistenza di questa Santa, esiste un problema per identificarla con precisione nelle pagine del Vangelo stesso. Ciò non costituisce un dubbio sulla sua figura: il nuovo calendario liturgico conserva il suo culto e la sua festa cade ancora il 22 luglio. Gli Evangelisti parlano di tre figure di donne che possono essere identificate con Maria Maddalena; si discute sul fatto che possano essere tutt'e tre la stessa persona.

La prima è una peccatrice senza nome che, durante un convito offerto a Cristo in Galilea da Simone il Fariseo, entrò nella sala del banchetto e, pentita della sua vita dissoluta, ruppe il vaso di profumo prezioso ungendone i piedi di Cristo, asciugandoli coi suoi capelli, e fu perdonata (Luca VII, 36-50).

Un'altra figura corrisponde a Maria di Betania, sorella di Marta la quale, affaccendata nei lavori di casa per ospitare il Maestro, la rimprovera , mentre Cristo la loda per avere scelto la parte migliore standolo ad ascoltare (Luca X, 38-42). È la sorella di Lazzaro che piange la morte del fratello (Giovanni XI, 1-45) e che nella cena in Betania (Matteo XXVI, 6-12; Marco XIV, 3-9; Giovanni XI, 1-45) sparge un prezioso profumo sul capo di Cristo.

Un terza figura ha nome Maria Maddalena e viene liberata da Cristo da sette demoni (Luca VIII, 2). Essa si pone al seguito di Gesù e non lo abbandona fino alla morte, alla quale assiste, con Maria e Giovanni (Matteo XXVII, 55-56; Marco XV, 40-41; Luca XXIII, 49; Giovanni XIX, 25). La mattina della Pasqua arriva al sepolcro per imbalsamare la salma, ma trova la tomba vuota (Matteo XXVIII, 1-10) e per prima vede Cristo risorto e ne dà agli altri l'annuncio.
 Mentre la tradizione orientale ha sempre seguito l'idea che fossero tre persone diverse e non una sola, la Chiesa latina , seguendo il Papa Gregorio Magno le identificò in una sola, e come tale viene ancora da noi considerata e onorata. Questa donna che sorge dalla passione, dal disordine dei sensi, dal peccato che ha seguito con forza fino al fondo, identifica e riconosce subito Cristo e con dedizione, coraggio, amore senza pari lo segue fino sul Calvario, dove è sola, di tutti i seguaci, con Maria e Giovanni. È veramente il simbolo dell'umanità intera emblema della parabola dell'esperienza umana, dove la teologia si innesta naturalmente sul dato materiale della storia.

L'intensità e la gamma della sua esperienza umana la portano a conoscere tutte le condizioni dell'uomo viandante sulla terra: per questo è tanto amata e venerata anche nel culto popolare: come Pietro si mostra nella sua fragilità, vittima dell'accecamento d'una chimera, d'un sogno, capace di scendere nel peccato e nell'ignominia che ne deriva, e al tempo stesso capace di risorgere, vedere il male commesso, piangere e amare fortemente senza remore, di nuovo, ma rivolta al vero bene.
La tradizione greca vuole che Maria Maddalena, quella che segue Cristo nella passione, muoia ad Efeso, nella città dove dimorarono anche la Vergine e San Giovanni.

A Efeso si trovava la tomba della Maddalena, come riferisce per primo Gregorio di Tours. Era posta presso la grotta che si apre nel monte Panajir-Dagh, dove si tramanda che abbiano trascorso il loro lungo sonno i Sette Dormienti. Altri affermano che il corpo della Santa fosse addirittura nella grotta dei Sette Santi. Gli scavi non hanno offerto alcuna traccia di conferma. Tra il IX e il X secolo il corpo della Maddalena fu portato a Costantinopoli, insieme a quello di Lazzaro e ambedue furono deposti nel monastero di San Lazzaro.

La leggenda occidentale, che nelle grandi linee si ritrova anche nella Leggenda aurea, raccoglie e unisce le tre figure evangeliche della Maddalena. Dopo la morte e la resurrezione di Cristo, essendo perseguitati i cristiani dai giudei, i tre fratelli Maria Maddalena, Lazzaro e Marta, vendono i loro beni e danno tutto ai poveri, quindi, insieme a Massimino, Cedonio e un'ancella di nome Martilla, furono lasciati in mare durante una tempesta in una navicella senza vele e senza remi, acciocché in breve tempo perissero. La nave però corse le onde da sola e in breve tempo giunse nel porto di Marsiglia.

Inizia qui la vita apostolica della Maddalena che avrebbe evangelizzato la Provenza, predicando e vivendo poveramente, insieme agli altri cinque fuggiaschi, venendo poi sepolta nella basilica di St-Maximin. Molti aspetti di questa vicenda sono inequivocabilmente leggendari: i miracoli, la conversione e il viaggio del principe di Marsiglia, la visita di questi a San Pietro, il parto di sua moglie, la nomina di Lazzaro vescovo di Marsiglia, e quella di Massimino di Aix. Evidente è anche la contaminazione tra la leggenda della Maddalena in Provenza e quella di Maria Egiziaca.

La parte più interessante di questa vicenda, quella che più volte trova rappresentazione nelle opere di pittura, è la sua conclusione. Convertita l'intera regione comincia la parte eremitica e contemplativa della vita della Maddalena. Essa infatti desidera ritirarsi in solitudine assoluta e lascia la città, la gente, i compagni e si ritira in una zona desertica, non identificata nella legenda, dove rimane trenta anni senza vedere anima viva. Nel luogo arido non vivevano né animali né piante, per cui non c'era nulla da mangiare. La Santa viveva solo di alimento spirituale. Alle ore canoniche uno stuolo d'angeli la portava in Cielo, dove godeva delle visioni paradisiache, e questo bastava a tenerla in vita, trascorrendo il tempo in penitenza e preghiera.

È la parte più suggestiva della leggenda: un prete, ritiratosi anch'esso in quella solitudine, va ad abitare una grotta poco lontana da quella di Maddalena, ignaro della sua presenza. Comincia così a vedere a certe ore del giorno un grande fulgore che sale nelle nuvole, per cui cerca di scoprire di cosa si tratti. Però una forza misteriosa lo tiene a distanza da quella luce fulgida e solo a distanza chiede alla figura che individua nell'aria, portata da schiere di angeli, chi sia.

La Santa lo fa avvicinare, gli rivela il suo nome e gli chiede di dire al vescovo della città di scendere solo nella cattedrale molto presto la mattina di Pasqua, poiché essa sarà là. Infatti il Vescovo Massimino la trova all'alba nella chiesa e le dà la comunione. Come si fu comunicata, inginocchiata davanti all'altare, Maddalena muore e la sua anima vola a rivedere e rimanere per sempre col suo divino Maestro Gesù.

Nel secolo XII si cominciò a identificare l'eremo ignoto della Maddalena nella grotta di Sainte-Baume. In questo periodo il suo culto prende grande vigore e il suo centro diviene Vézelay, dove sarebbe stato portato il corpo della Santa trafugato dal monaco Badilione, ponendolo nella cripta della basilica. Si sviluppa così, con una lunga tradizione e di miracoli, come un nuovo ramo della questa leggenda, il culto di Maria Maddalena in questa zona della Francia.

Si dice che nel ricordo delle lacrime che sparse più volte per pentimento o seguendo la Passione di Cristo, mandi una pioggia ristoratrice intorno al giorno della sua festa (22 luglio), per ristoro della campagna riarsa e per refrigerio di coloro che sotto il sole cocente lavorano nei campi. Tale pioggia è chiamata le Lacrime della Maddalena.

Il Reau20 - irrinunciabile riferimento per l'iconografia cristiana - riporta tutte le possibili raffigurazioni della Santa nei vari secoli e culture, identificando nel vaso il principale tratto iconografico ed aggiunge:

Il vestito muta a seconda che sia rappresentato prima o dopo il suo pentimento. Nel periodo della vita mondana è rappresentato in vesti da cortigiana ... una acconciatura civettuola, orecchini pendenti, maniche con spacchi, guanti che il maestro della tavola di Sainte-Barthelemy le fa portare anche ai piedi della croce. Ritiratasi a Saint Baume, la si vede stesa seminuda o vestita solo del manto d'oro dei suoi capelli biondi, di modo che malgrado il teschio davanti cui ella medita, è generalmente meno casta quando è rappresentata nel suo pentimento che durante il suo smarrimento. A partire dal Rinascimento, la maggior parte dei pittori hanno visto in questo motivo privo di ogni carattere religioso, nient'altro che un tentativo per eccitare la sensualità degli osservatori ...

Santa Marena ha una corona gigliata sulla testa e all’infuori della Vergine, esistono rarissime tradizioni di Sante incoronate, legate o alla effettiva regalità (es.: Sant'Elena imperatrice), o alla regalità acquisita attraverso la verginità consacrata in matrimonio mistico a Cristo (es.: S. Agata). E' evidente che la verginità e la regalità sono attributi non applicabili alla Maddalena. Infatti, la Maddalena era una prostituta e, sebbene proveniente da famiglia di sangue regale, come ricorda la Legenda Aurea, non ci viene presentata come una regina. Il motivo della sua regalità va, quindi, cercato altrove. Una rappresentazione della Maddalena con corona angioina si trova nelle Chiese Paleocristiane di Cimitile Nola.

Analizziamo il simbolismo attraverso le parole di S. Paolino vescovo di Nola, artefice primo del complesso basilicale, che alla santa dedica una notevole parte della sua 23ma lettera. Ne stralciamo una sintesi.

Con chiome siffatte anche la famosa donna del Vangelo, simbolo della Chiesa, asciugò i piedi di Cristo, irrigandoli di lacrime e di olio profumato ... In lei il signore non amò l'unguento profumato, ma la carità per cui, modesta nell'impudenza ed audace nel suo amore, senza temere l'oltraggio e la ripulsa, penetrò nella casa a sé estranea del fariseo, vi entrò senza essere invitata, petulante ed usando quella violenza con la quale si rapisce il regno dei cieli ... non corse alla tavola riccamente imbandita di quel fariseo, ma ai piedi del Cristo e si lavò e si nutrì in essi ... compì la sua libagione col pianto, fece l'offerta con l'unguento, sacrificò con l'amore ... meritò non solo la remissione dei peccati ma anche la gloria che il suo nome fosse proclamato insieme col Vangelo ... Beata lei che gustò Cristo nella carne e ricevette il corpo di Cristo nella realtà fisica ... Beata lei che meritò di essere presentata con questa immagine come simbolo della Chiesa ... Vale molto di più l'inopportunità di questa donna. Infatti l'ordine del ministero preparato fin dall'eternità ... richiedeva che nelle tende di Sem passasse l'abitazione di Jafeth, cioè che nella casa della Legge e dei Profeti fosse giustificata piuttosto la Chiesa ... . Quindi la corona della Maddalena rappresenta la regalità della Chiesa, sposa di Cristo. Così Santa Marena alias Santa Maddalena con la corona angioina potrebbe significare la regalità della Chiesa, sposa di Cristo. Santa Maria a Marciano chiesa Templare (interessante nell’iconografia è anche il volto di Cristo sull’arco destro della Chiesa che richiama alla sacra Sindone)? E perché no?Si trovava su una strada fortemente frequentata dai pellegrini (da Sant’Angelo in Formis e da Capua) verso Caiazzo e inoltre I Cavalieri Templari sovente alloggiavano in chiese minori, oratori, cappelle dipendenti da episcopi o cattedrali o in monasteri cui spesso erano annessi ospizi per l'accoglienza dei pellegrini. Grazie all'intervento dei pontefici il Tempio riusciva ad ottenere in concessione perpetua o temporanea immobili appartenenti ad Enti ecclesiastici dietro pagamento di un censo annuo. A volte erano gli stessi Templari a costruire delle chiese, anche se in Italia tale attività sembra essere alquanto ridotta. Ma è soprattutto alle donazioni e ai lasciti dei benefattori che il patrimonio templare vide una rapida crescita sia nelle città che nelle campagne. Le domus templari italiane raramente erano isolate e sovente facevano parte di ecclesiae, con le quali finivano per confondersi. Le domus erano anche costituite nell'ambito delle mansiones, composte nella forma più elementare da un ricovero per i viaggiatori ed una stalla per i cavalli. Le domus-mansiones erano collocate nei centri di transito o confluenza delle principali correnti di traffici e pellegrinaggi che percorrevano l'Italia. La funzione assistenziale era altresì svolta con le domus con annessi degli hospitales.

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