“AL PASSAR DELL’URAGANO…TRISTI RICORDI”


“AL PASSAR DELL’URAGANO…TRISTI RICORDI” è un bel libro del compianto Preside Giuseppe De Francesco, la cui recente pubblicazione è stata curata dall’Associazione culturale “Progresso” di Piana di Monte Verna. Con questa importante iniziativa, fortemente voluta dai soci e dal Presidente della locale associazione, Giovanni Santabarbara, sì è inteso donare alla nostra piccola comunità un lavoro che ritrae una delle pagine più amare della storia di Piana di Monte Verna. Nel libro, infatti, vengono narrati episodi tragici, collegati alla seconda guerra mondiale e, precisamente, al tempo della ritirata delle milizie tedesche da queste terre, per il sopraggiungere delle Forze Alleate.L'Autore di questi ricordi è un illustre figlio della nobile terra di Piana, uomo di cultura, archeologo, docente, preside e autore di monografie e di manoscritti: il sacerdote Giuseppe De Francesco, morto a Piana nel 1960, all'età di 71 anni.




PAROLE FRATERNE - così si rivolge l’autore ai propri concittadini -
“queste pagine sono state scritte per Voi e non hanno altra pretesa che di essere lette da Voi soltanto e dai Vostri figli e nipoti.

Furono esse ideate mentre il cannone incessantemente e paurosamente tuonava, mentre continui stormi di aeroplani sorvolavano sul nostro capo e, pur andando a disseminare altrove la distruzione e la morte, turbavano di giorno la serenità del nostro lavoro e rendevano oltremodo angosciose le lunghe notti.Furono, poi, accuratamente meditate, mentre ancora per le vie del paese risuonava il passo cadenzato e spavaldo dei soldati di Hitler che entravano nelle nostre case da padroni, asportando con viveri e vestiario gli oggetti a noi più cari, ricordi di tempi migliori e, massacrando, non sempre per vera necessità di vita, il nostro bestiame, prezioso patrimonio per un popolo laborioso di agricoltori, di onesti operai e di piccoli commercianti.

Ho scritto finalmente queste pagine quando, allontanatosi l’uragano, la mente più calma poteva rievocare con serenità il passato, quel fosco passato sul quale potremo solo distendere un velo, ma non dimenticare del tutto, come non potremo dimenticare i responsabili di tanta rovina che contribuirono direttamente o indirettamente a ridurre l’Italia ,“il giardino dello Imperio”, un cumulo informe di rovine, un immenso pauroso cimitero.

Leggetele tutte queste pagine, anche quelle che potrebbero sembrare troppo personali e tramandatele in eredità ai vostri figli, unitamente al sacro patrimonio domestico, frutto del vostro diuturno lavoro, perchè anch’essi che avranno la fortuna di vivere in tempi che auguriamo più felici, possano conoscere la passione dei loro padri, che è poi, in fondo, la stessa passione del generoso popolo Italiano”.

La prefazione del libro è stata affidata al Prof. Angelo Francesco Marcucci, Provveditore agli Studi di Benevento, il quale sottolinea che le pagine di don Giuseppe De Francesco rappresentano un importantissimo spaccato di vita della microstoria locale.

E' storia di uomini, raccontata al plurale, come la storiografia moderna raccomanda, perché nella civiltà e nella società tutto si lega e si condiziona reciprocamente: la struttura politica e sociale, l'economia, le credenze, le vicende più particolari e forse meno eclatanti.

Questi racconti ci dimostrano come parallelamente alla "Grande Storia", che documenta episodi di guerre combattute in luoghi lontani, esistono, altresì, tante piccole storie, semmai vicine, come quelle di Piana di Monte Verna che vengono qui raccontate: eventi di microstoria, trasferibili in un contesto più ampio, di macrostoria.

Le paure, le emozioni, le speranze che vengono evocate in queste pagine e che sono le stesse di tutti coloro che subiscono soprusi e prevaricazioni o che sono costretti all' obbedienza con la forza, aprono allo scenario dai vasti orizzonti, che include la dittatura e la lotta per la libertà e la democrazia, l'antisemitismo ed i campi di sterminio, la guerra e la tregua, la carestia e la lotta per la sopravvivenza.

E' la microstoria che si innesta nella macrostoria.

Per questi motivi, si può ritenere che lo spaccato di vita locale, raccontato direttamente da uno dei protagonisti, quando il ricordo è ancora vivo e intatto, possa essere oggetto di proficuo approfondimento e corretto approccio storico-metodologico da parte delle nuove generazioni, nelle scuole di Piana di Monte Verna.

Ciò, al fine di realizzare la promozione della cultura storica del Novecento e anche di tenere desta la memoria su un vissuto tragico che ha scosso la coscienza di una intera comunità e a cui poter far riferimento per costruire la propria identità e riconoscere meglio se stessi.

In fondo, è attraverso lo studio del passato e la lettura del presente che si attua meglio lo sforzo di disegnare il comune futuro. Si scoprono nel passato le ragioni del futuro e si aiuta così a lavorare alla integrazione europea delle nuove generazioni, alla appartenenza a una comunità sovranazionale di pari, premessa indispensabile della cittadinanza comunitaria attiva.

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